top of page
loader,gif
IMG_1917 media.jpg

20 febbraio 2024
Schierati con il Meno Peggio
 

Sono tempi in cui siamo chiamati a schierarci.

Mi piace, non mi piace.

Con Zelensky contro Putin. Con Israele contro Hamas o con Hamas contro Israele.

Per ultimo siamo tutti uniti con Navalny contro Putin.

Ci schieriamo con chi consideriamo vittima contro chi consideriamo carnefice.

Ma questo schierarci senza Se e senza Ma ha delle controindicazioni.

Schierarsi provoca una sfocatura nella visione dei soggetti in campo.

Se l’aggressore è un dittatore bastardo e assassino, e Putin lo è,

allora l’aggredito (Zelensky) deve essere un santo.

Se crediamo che Israele stia compiendo un genocidio

allora Hamas deve essere un’organizzazione eroica.

Oppure se viceversa crediamo che Hamas sia una banda di terroristi,

di conseguenza Israele diventa una vittima da sostenere.

Per ultimo il caso Navalny.

Se Putin (dittatore bastardo e assassino) lo ha ucciso (e lo ha ucciso),

di sicuro vuol dire che Navalny era un eroe paladino di pace e democrazia.

Ma non funziona così, Putin è indifendibile ma Zelensky è un megalomane

a capo di uno stato nazionalista e esaltato.

Israele è ormai uno “stato canaglia”

ma Hamas è una banda di assassini i cui capi vivono in Qatar

a cui nulla importa del destino dei Palestinesi.

E perfino Navalny, morto da eroe per le sue idee,

aveva appunto delle idee tutt’altro che democratiche e libertarie.

Sono note le sue posizioni xenofobe e il suo desiderio di scalare il potere in Russia

una volta che Putin fosse stato “liquidato”.

Sembra che ormai nel mondo, le dispute siano sempre tra due litiganti

di cui uno è meglio dell’altro... ma non di molto.

Quindi difendiamo il “meno peggio” ma pratichiamo anche 

i Se e i Ma che non sono disvalori

ma sono invece lo strumento per mettere “a fuoco” la realtà.

​

____________________________________________________________________________

​

13 febbraio 2024
La Guerra al Contrario
 

La guerra di Israele contro i Palestinesi è la prima guerra al contrario, una guerra nella quale più saranno le vittime innocenti prodotte da Israele è più sarà grande la sua sconfitta. L’onta di discredito internazionale che si sta addensando su Israele rappresenta il più grande successo di Hamas.   

Il 7 ottobre Hamas ha sfondato i confini, ha attaccato i villaggi Israeliani e ha fatto strage di ragazzi che partecipavano a un concerto. Più di mille morti e circa 250 ostaggi.

Un’azione umanamente ripugnante che niente può giustificare.

Tutti capiamo (capiamo, non giustifichiamo) da cosa è stata generata una simile azione. Certo non da un indefinito “antisemitismo” come qualcuno furbescamente ancora si sforza di far credere.  Tutti ormai conosciamo la Storia e i metodi dell’occupazione Israeliana in Palestina e da cosa è maturato tanto odio. Inutile tornare sull’argomento.

Quello che è utile capire (capire non giustificare) è cosa volesse ottenere Hamas.

Non è pensabile che Hamas non avesse messo in conto la reazione di Israele. Ma quello che sta accadendo va oltre le più rosee aspirazione di Hamas. Con quasi trentamila vittime palestinesi, Israele sta progressivamente perdendo l’empatia di cui ha sempre goduto presso una buona parte del mondo occidentale.

Oggi Israele si è definitivamente alienata persino l’appoggio dell’ONU che essendo la diretta emanazione della Società delle Nazioni, è l’organismo che nel 1948 creò le condizioni stesse per la nascita dello stato Ebraico.

Ma quello che è ancora più inaspettato, e che solo prima del 7 ottobre era assolutamente impensabile, è la perdita di protezione (almeno a parole) da parte degli USA.

Questo esito è esattamente quello che sperava di ottenere Hamas.

E il governo Israeliano di Netanyahu, accecato dalla voglia di vendetta e dalla conservazione del potere, è supinamente caduto nel tranello.

Più vittime produrrà il dissennato attacco contro la Palestina e più grande sarà l’onta che graverà su Israele per i lunghi tempi a venire.

Per la prima volta nella Storia assistiamo a una guerra dove paradossalmente

(e angosciosamente) vincerà la parte che avrà più vittime.

Questa è la prima guerra al contrario.

​

____________________________________________________________________________



Giornata della Memoria

Giova al Popolo Ebraico ricordare... e ricordare... e ricordare?
Io dico di no. 
Ricordare è l’antidoto all’odio razziale? 
Ricordare è un’assicurazione che quello che è accaduto non succederà
 mai più?
Io dico di no.
L’orrore di cui sono stati vittima gli Ebrei non ha uguali nella storia recente.
Ma ricordare sempre di essere stati odiati oltre ogni limite, non fa altro che suggerire alle menti malate che cercano qualcuno da odiare “a prescindere” che c’è un popolo
“belle e pronto” per essere odiato. 
Chi cerca qualcuno da odiare senza sapere neanche perché, ben volentieri tenderà a rivolgersi a un Capro Espiatorio auto definito.
Forse al Popolo Ebraico converrebbe "superare" il suo atroce passato.
E se ogni essere umano che vuole continuare a vivere dopo un lutto deve cercare di andare avanti senza essere annientato dai ricordi e dal dolore,
così a un popolo che vuole andare avanti nel consesso mondiale, non giova rappresentarsi continuamente come una vittima eterna e irrisolvibile.
Il Popolo Ebraico, se vuole davvero disinnescare l’antisemitismo, con l’autorevolezza che gli deriva dall’orrore che ha vissuto, deve farsi promotore di giustizia e empatia con chiunque sia oppresso o perseguitato nel mondo. 
E non vivere solo nell’esclusività del proprio ricordo. 
Certo in questo la politica di Israele non aiuta. 
E quello che sta accadendo oggi evoca una domanda:
ci sarà mai
 una Giornata della Memoria per i Palestinesi?

____________________________________________________________________________
26 gennaio 2024

Grazie Silvio !


Oggi si celebrano i 30 anni dalla nascita di Forza Italia.
E della “discesa in campo” di un miliardario spregiudicato, senza scrupoli e senza legge.  

E oggi, anche con la “Scienza del Poi”, si possono celebrare 30 anni di costante declino morale e culturale del nostro  paese.
Grazie Silvio !

bottom of page